Nuovo racconto: Il portafoglio
Il portafoglio - Dal libro "Storie di basket vissuto" di Antonio Petillo
Premuroso e responsabile, il signor Gargiulo salì per ultimo nel metrò lasciandosi alle spalle un solo passeggero, probabilmente incerto se partire o andare a piedi. E spingendo davanti a lui il “branco” di ragazzi li contava continuamente. Benché questi ultimi, pur quindicenni, sembrassero molto più scaltri e pratici del dirigente. La conferma si ebbe subito: “Il portafoglio! Mi hanno rubato il portafoglio!”, gridava il disgraziato, abbassandosi con la testa sotto i sedili con la speranza di ritrovarlo per terra. Fu sospettato subito l’omino che era rimasto fuori del metrò, evidentemente deciso ad andare a piedi “a contarsi i soldi...”. “Scusi, ma lei non ascolta gli annunci di pericolo dello speaker?”, intervenne un milanesotto, che aveva acquisito le stesse sembianze di Craxi. “Sono i cileni che borseggiano!” Continuò una signorona di mezza età, con un chilo di fard appiccicato in faccia. “No, sono gli slavi!”, “I marocchini!”, “I turchi!”. E via il dibattito sulla nazionalità dei ladri, mentre il signor Gargiulo continuava a strisciare per terra tra tacchi a spillo e maleodoranti scarpette dei suoi ragazzi.
“Milano vicino l’Europa...” Cantava Lucio Dalla. E intanto il portafoglio del signor Gargiulo era sparito.
In un attimo la decantata efficienza della Milano degli anni ottanta era eclissata, scomparsa, dileguata.
I ragazzi “figli del rione Don Guanella” non si potevano capacitare. Qualcuno proponeva di sfasciare il vagone, qualcun’altro di “scippare” tutta piazza del Duomo. Il signor Gargiulo era diventato un “tutt’uno con il pavimento”, strisciando per terra con il vestito delle cerimonie, oramai diventato una “mappina”.
La mortificazione dell’allenatore ospitante si leggeva dal paonazzo del suo viso. Lui, che era stato così gentile ad andarli a prendere alla stazione e che aveva, inoltre, la responsabilità del torneo che doveva iniziare alle quattordici. “È mezzogiorno, ritorniamo indietro. Il ladro avrà gettato, certamente, i documenti in qualche cestino.” Decretò, astutamente, il bravoallenatore.
Tralasciando tutte le premure, care al signor Gargiulo, la truppa attraversò, a piedi, i binari traslocando nella direzione opposta.
Piazzale Cavour aveva un’infinità d’uscite e corridoi. Il bravoallenatore spedì coppie e terzetti in tutte le direzioni. I ragazzi, raggianti, ribaltavano tutt’ “e sicchie ‘e mmunnezza” incrociati.
Non poteva essere che “’o cardillo” ad individuare il ladro. “ E’ isso!.. stà cca!.. currite!.. Currite!!!”, rimbombava tra i corridoi la voce d’’o cardillo, così soprannominato perché “svolazzava” incessantemente da un avversario all’altro durante la loro difesa pressing. “Chiamate il signor Gargiulo per il riconoscimento.” Stabilì saggiamente il bravoallenatore, mentre i ragazzi “ringhiavano” intorno al gaglioffo scandendo avvertimenti e minacce. Intanto, la stazione tra urla e richiami era diventata un misto di jungla e casbah, tutto nel disinteresse totale dei milanesotti attanagliati dallo slogan “my time is money”.
“E’ lui! Sono certo!”, sentenziò il signor Gargiulo, alquanto fetente, puzzolente, per gli scavi nei bidoni della spazzatura che aveva effettuato nella disperata ricerca non tanto dei documenti, pensarono i più maliziosi, ma delle centoventimilalire contenute nel portafoglio.
Dopo l’intervento della polizia, la truppa finalmente si avviò. Il bravoallenatore era un po’ malinconico, chissà perché. Il signor Gargiulo appariva “funebre” avendo recuperato il portafoglio coi documenti ma non i soldi, che scomparirono per sempre…
Arrivati al palazzetto, provati e palesemente in ritardo, l’accoglienza degli ospitanti fu solidale e calorosa. Anche se, appena entrati si riaprì di nuovo un quesito: “Di dov’era il ladro?”, fu chiesto al bravoallenatore. Quest’ultimo fissò i presenti, esitò un attimo, abbassò leggermente il capo e a malincuore sussurrò: “Dell’Italia meridionale”. ...Ma che spavento, per qualche istante aveva temuto proprio che fosse di Napoli. www.basketkourosnapoli.com
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